Cognome e nome: L.F.
Età: 83 anni
Diagnosi:Ulcera venosa cronica

Tra le malattie venose degli arti inferiori la trombosi venosa profonda (TVP) rappresenta la causa più frequente di ulcera agli arti inferiori che, se non adeguatamente trattata, tende ad evolvere in sindrome post flebitica nel 50-90% circa dei casi dopo un intervallo di tempo variabile, da pochi mesi a parecchi anni.

In Italia ogni anno si verificano circa 30.000 ricoveri per sindrome post flebitica; circa il 30% di questi pazienti presenta una lesione ulcerativa.

Qualunque sia la causa che provoca TVP, l’ostruzione del vaso provoca la distruzione del suo endotelio e del suo apparato valvolare, tanto più grave quanto più esteso è il fatto trombotico.

Trascorso il periodo acuto, nell’arto inferiore si realizza una situazione emodinamica determinata da tre fattori:

1) dalla persistenza e dalla localizzazione della ostruzione

2) dalla ricanalizzazione venosa

3) dalla sede e dall’estensione del danno valvolare.

Queste situazioni causano un ostacolo al deflusso venoso profondo e quindi un’ipertensione distrettuale più marcata in ortostatismo, che comporta una serie di modificazioni del macro e microcircolo che sfociano in manifestazioni cliniche quali l’edema, la pigmentazione cutanea, la cellulite indurativa, la dermatite, la distrofia cutanea fino all’ulcerazione.

Quest’ultima rappresenta l’evento più grave e insorge spontaneamente a seguito di piccoli traumi, o di infezione, o in corrispondenza di estese aree distrofiche.

Infezioni batteriche ed edema indurativo generalmente ritardano la guarigione e le lesioni dell’area ulcerata diventano ricorrenti.

All’anamnesi: Episodio di TVP poplitea nel 1954 .

Nel 1956, in seguito ad una trauma, presenta un’ulcera in sede sopramalleolare interna sinistra.

Giunge alla nostra osservazione nel luglio 2006 dopo 52 anni di medicazioni, condotte con unguenti e pomate di vario genere che hanno determinato un progressivo e lento progredire della lesione che non è mai guarita, come si evince dalla foto 1.

Viene eseguito un ecocolordoppler venoso, che documenta a carico dell’arto interessato la pervietà della vena femorale comune, gli esiti di una TVP a carico della vena femorale superficiale, pervietà della vena poplitea con marcato reflusso al Valsalva. Pervie le vene gemellari, marcata incontinenza della giunzione safeno-femorale con reflusso lungo la vena grande safena, esiti di pregressa flebite superficiale, incontinenza delle perforanti del gruppo di Cockett. Pervie le vene tibiali.

La paziente presenta l’arto fortemente edematoso, arrossato ed una ulcera con fondo sanioso, maleodorante e margini sottominati.

Viene eseguito in data 26.07.06 un esame culturale del fondo dell’ulcera, che documenta la positività per crescita di candida albicans e klebsiella oxytoca.

L’antibiogramma documenta inoltre la resistenza dei germi alla sola penicillina, mentre risultavano sensibili a pressochè tutti gli antibiotici disponibili.

E’ stata quindi iniziata terapia medica con Amikacina, 1 fiala i.m.per 20 giorni; inoltre la prima fase di medicazioni è stata eseguita con garza medicata allo iodoformio + fiale di amikacina ad uso topico. Dopo 1 mese circa il nuovo esame microbiologico è risultato negativo.

Pertanto sono state iniziate cicli di Drenaggio Linfatico Manuale secondo il Metodo Originale del dr. Vodder e medicazioni con un Presidio a base di

Poliuretano espanso finemente poroso, che esplica un’azione di stimolo meccanico sul tessuto favorendo circolazione ed ossigenazione della regione sede di ulcerazione.

Dopo 12 mesi di linfodrenaggio bisettimanale secondo la Metodica sopra indicata, associato a medicazioni eseguite a giorni alterni, si è costatata la chiusura dell’ulcera e la scomparsa progressiva di ogni tipo di dolore.

Alla paziente è stato prescritto l’uso giornaliero di calza elastica a 30 mmHg di compressione e cicli periodici di linfodrenaggio manuale; a distanza di 2 anni dalla guarigione non si sono verificate recidive ulcerative.